svolgimento
della prima giornata di Roma nell'Anno Santo 1983-84 e del
successivo Anno della Gioventù, di Buenos Aires (1987), di
Santiago de Compostela (1989), di Czestochowa (1991), di Denver
(1993), di Manila (1995). Il Santo Padre in tale occasione ha
inviato una lettera al Card. E. Pironio su tale tema dalla quale
è possibile comprendere il significato delle GMG che dal 1984 si
ripetono con carenza annuale.
Lettera di Giovanni Paolo II al card. E. Pironio
1. Ho appreso con piacere che il Pontificio Consiglio per i Laici
ha organizzato presso il Santuario di Jasna Gora, a Czestochowa,
un Seminario di Studio sulle Giornate Mondiali della Gioventù.
Mentre mi compiaccio vivamente per questa opportuna iniziativa,
non voglio far mancare ai partecipanti una parola di
incoraggiamento, insieme con l'espressione del mio grato
apprezzamento per quanto hanno fatto a favore dei giovani di tutto
il mondo.
Innanzitutto, come non rendere grazie a Dio per i numerosi frutti,
a diversi livelli, prodotti dalle Giornate Mondiali della
Gioventù.
Dal primo raduno, tenutosi in Piazza San Pietro la Domenica delle
Palme 1986, si è avviata una tradizione che vede alternarsi, di
anno in anno, un appuntamento mondiale ed uno diocesano, quasi a
sottolineare l'indispensabile dinamismo dell'impegno apostolico
dei giovani, nella duplice dimensione locale ed universale.
Le Giornate, infatti accogliendo un'iniziativa partita dai giovani
stessi, sono nate dal desiderio di offrire loro significativi
"momenti di sosta" nel costante pellegrinaggio della
fede, che si alimenta anche mediante l'incontro con i coetanei di
altri Paesi ed il confronto fra le rispettive esperienze.
Finalità principale delle Giornate è di riportare al centro
della fede e della vita di ogni giovane la persona di Gesù, perché
ne diventi costante punto di riferimento e perché sia anche la
vera luce di ogni iniziativa e di ogni impegno educativo verso le
nuove generazioni. E' il "ritornello" di ogni Giornata
Mondiale. E tutte insieme, nell'arco di questo decennio, appaiono
come un continuo e pressante invito a fondare la vita e la fede
sulla roccia che è Cristo.
2. I giovani sono così periodicamente chiamati a farsi pellegrini
per le strade del mondo. In essi la Chiesa vede se stessa e la sua
missione fra gli uomini; con loro accoglie le sfide del futuro,
consapevole che l'intera umanità ha bisogno di una rinnovata
giovinezza dello spirito. Questo pellegrinaggio del popolo giovane
costruisce ponti di fraternità e di speranza tra i continenti, i
popoli e le culture. E' un cammino sempre in atto. Come la vita.
Come la giovinezza.
Col passare degli anni, le Giornate Mondiali della Gioventù hanno
confermato di non essere riti convenzionali, ma eventi
provvidenziali, occasioni per i giovani di professare e proclamare
con crescente gioia la fede in Cristo. Ritrovandosi, essi possono
interrogarsi insieme sulle aspirazioni più intime, sperimentare
la comunione con la Chiesa, impegnarsi nell'urgente compito della
nuova evangelizzazione. In tal modo si danno la mano, formando un
immenso cerchio di amicizia, congiungendo i colori della pelle e
delle bandiere nazionali, la varietà delle culture e delle
esperienze, nell'adesione di fede la Signore Risorto.
3. La Giornata Mondiale della Gioventù costituisce la giornata
della Chiesa per i giovani e con i giovani. La sua proposta non si
pone in alternativa della pastorale giovanile svolta
ordinariamente, spesso con grande sacrificio e abnegazione. Essa
vuole piuttosto rinsaldarla offrendole nuovi stimoli d'impegno,
mete sempre più coinvolgenti e partecipate. Puntando a suscitare
crescente fervore nell'azione apostolica tra i giovani, non vuole
certo isolarlo dal resto della comunità, bensì renderli
protagonisti di un apostolato che contagi le altre età e
situazioni di vita nell'ambito della nuova
"evangelizzazione".
I vari momenti in cui si articola una Giornata Mondiale
costituiscono nel loro insieme una sorta di vasta catechesi, un
annuncio del cammino di conversione a Cristo, a partire dalle
esperienze e dagli interrogativi profondi della vita quotidiana
dei destinatari. la Parola di Dio ne è il centro, la riflessione
catechistica lo strumento, la preghiera l'alimento, la
comunicazione e il dialogo lo stile.
Da una Giornata Mondiale il giovane può trarre una forte
esperienza di fede e di comunione, che lo aiuterà ad affrontare
le domande profonde dell'esistenza e ad assumere responsabilmente
il proprio posto nella società e nella comunità ecclesiale.
4. Nel corso degli indimenticabili Incontri mondiali, l'amore
gioioso e spontaneo dei giovani verso Dio e verso la Chiesa mi ha
spesso commosso. Essi hanno raccontato storie di sofferenze per il
Vangelo, di ostacoli apparentemente insormontabili superati con
l'aiuto divino; hanno parlato della loro angoscia di fronte ad un
mondo tormentato dalla disperazione, dal cinismo dai conflitti.
Dopo ogni Incontro, ho sentito più vivo il bisogno di lodare Dio
che rivela ai giovani i segreti del suo Regno (cfr Mt. 11,25).
L'esperienza delle Giornate Mondiali invita tutti noi, Pastori ed
operatori della pastorale, a riflettere costantemente sul nostro
ministero in mezzo ai giovani e sulla responsabilità che abbiamo
di presentare loro la verità piena su Cristo e sulla sua Chiesa.
Come non leggere nella loro partecipazione massiccia, disponibile
ed entusiasta la costante richiesta di essere accompagnati nel
pellegrinaggio di fede, nel viaggio che compiono in risposta alla
grazia di Dio operante nei loro cuori?
Essi si rivolgono a noi perché li conduciamo a Cristo che, solo,
ha parole di vita eterna (cfr. Gv. 6,68). Ascoltare i giovani e
insegnare loro richiede attenzione, tempo e sapienza. La pastorale
giovanile costituisce una delle priorità della Chiesa alle soglie
del terzo millennio.
Con il loro entusiasmo e la loro esuberante energia, i giovani
chiedono di essere incoraggiati a diventare "protagonisti
dell'evangelizzazione e artefici del rinnovamento sociale" (Christifideles
laici, 46). In tal modo i giovani, nei quali la Chiesa riconosce
la sua stessa giovinezza di Sposa di Cristo (cfr Ef 5,22-33), non
solo vengono evangelizzati, ma diventano essi stessi
evangelizzatori che portano il Vangelo ai loro coetanei, compresi
quanti sono estranei alla Chiesa e non hanno ancora udito la Buona
Novella.
5. mentre esorto tutti i responsabili della pastorale giovanile a
valersi con sempre maggiore generosità e creatività a valersi
con sempre maggiore generosità e creatività delle Giornate
Mondiali della Gioventù come evento che, inserito nel normale
percorso di educazione alla fede, diventi manifestazione
privilegiata dell'attenzione e della fiducia che la Chiesa tutta
nutre verso le giovani generazioni, auspico che l'incontro di
Czestochowa aiuti e stimoli la riflessione dei partecipanti per
trovare vie sempre nuove ed efficaci nella proposizione della fede
ai giovani.
Affidando alla potente intercessione della Vergine di Jasna Gora,
Madre dei giovani, i lavori del Seminario di studio, imparto di
gran cuore a Lei, Signor Cardinale, ai Collaboratori, ai
partecipanti e a quanti essi rappresentano e portano nel cuore una
speciale Benedizione Apostolica.
Dal
Vaticano, 8 maggio 1996.
Johannes Paulus II
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